I primi dati dell’Osservatorio SANA sui consumi bio: guerra e inflazione modificano le abitudini degli italiani
07/07/2022Conferenza stampa di presentazione del 35° Salone Internazionale del biologico e del naturale
19/06/2023Rivoluzione Bio 2022 – Biologico tra presente e futuro: Il ruolo delle assicurazioni nel comparto agricolo. Survey Nomisma
Nomisma presenta i risultati della survey sulle aziende agricole realizzata nell’ambito delle iniziative di Rivoluzione
Bio – l’evento protagonista di SANA organizzato da BolognaFiere e promosso nell’ambito del progetto BEING
ORGANIC IN EU – realizzato da FederBio in collaborazione con Naturland DE e cofinanziato dall’Ue – che vede
anche la partecipazione di Assobio, ICE Agenzia e una collaborazione ormai consolidata con ISMEA.
Insieme ai lavori di Rivoluzione Bio 2022, Nomisma ha realizzato un’indagine che ha coinvolto, tra ottobre e
novembre 2022, quasi 300 aziende agricole – bio e non – di tutti i comparti produttivi, con un duplice obiettivo:
- indagare la percezione del rischio in agricoltura e i fabbisogni odierni e in prospettiva futura in termini di
coperture assicurative - investigare le criticità odierne percepite come più impattanti sull’operatività dell’azienda, esaminare le
strategie adattive maggiormente adottate e la percezione futura.
Il rischio in agricoltura e il mondo assicurativo
Come tutte le attività produttive anche le aziende operanti nel settore agricolo vivono quotidianamente dei rischi
che mettono in pericolo la propria operatività. Al primo posto tra quelli maggiormente percepiti troviamo gli eventi
atmosferici, indicati da oltre 7 aziende su 10: pioggia, grandine e vento intimoriscono la maggioranza delle aziende
agricole nella loro gestione quotidiana. Eventi atmosferici seguiti dagli infortuni dell’imprenditore e dei dipendenti e
dai rischi connessi al mancato reddito che preoccupano rispettivamente il 45% e il 44% delle aziende.
La scelta di affidarsi a coperture assicurative per potersi proteggere da questi rischi risulta essere molto condivisa:
l’83% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver sottoscritto almeno una polizza negli ultimi 2/3 anni,
percentuale che sale al 91% tra le aziende con un fatturato superiore ai 250 mila euro.
La garanzia maggiormente sottoscritta negli ultimi anni riguarda l’incendio a fabbricato e contenuto (sottoscritta dal
67% delle aziende), seguita dai danni a fabbricati e macchinari e dagli eventi atmosferici, stipulate entrambe da oltre
la metà delle aziende.
Complessivamente, rispetto all’attuale offerta di polizze assicurative, la maggioranza delle aziende si ritiene
soddisfatta/molto soddisfatta (55%), soddisfazione che risulta più diffusa tra le aziende con un fatturato oltre i 250
mila euro (63%), ma più bassa tra le aziende del mondo bio (48%).
La necessità di proteggersi da eventuali rischi non cesserà nei prossimi anni, quando infatti si indaga sulla probabilità
in chiave prospettica che le aziende stipulino una nuova polizza assicurativa entro i prossimi 2-3 anni i promotori
risultano essere la quota maggioritaria, anche nel campione di aziende bio: il 44% delle aziende, infatti, indica un’alta
probabilità di nuove sottoscrizioni nei prossimi anni, rispetto al 38% che invece indica basse probabilità.
Sebbene oltre 1 azienda su 2 dichiari di essere soddisfatta rispetto all’attuale offerta di polizze assicurative
solamente il 37% delle aziende afferma di non cercare ulteriori servizi: il mondo agricolo in generale e quello
biologico in particolare si aspetta che il mondo delle assicurazioni continui a lavorare per riuscire a offrire polizze
sempre più vicine ai propri bisogni.
In generale, tra i servizi più desiderati, troviamo al primo posto la sostituzione di macchinari, indicata da 2 aziende su
5, seguita dal servizio di tutela legale (37%) e dal pronto intervento post sinistro (30%). Supporto alla sostituzione dei
macchinari di grande importanza anche per le aziende del mondo biologico: il 44% lo indica infatti come servizio di
interesse e il 36% segnala lo stesso per il trattore sostitutivo.
Il contesto odierno e futuro
Gli estremi eventi atmosferici che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del panorama italiano, insieme alle
conseguenze dovute allo scoppio del conflitto russo-ucraino, hanno generato forti preoccupazioni tra le aziende. In
questa prospettiva l’indagine ha mappato le principali criticità che le aziende del mondo agricolo sentono di star
affrontando maggiormente e quelle che temono dovranno affrontare anche in futuro.
La prima preoccupazione riguarda l’aumento dei costi dei materiali e delle materie prime che oggi spaventa
rispettivamente il 77% e il 73% delle aziende e che nei prossimi mesi continueranno a rappresentare la principale
preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda i costi in bolletta. Se oggi a preoccupare quasi 1 azienda su 2 è
anche la contrazione della produzione dovuta alla siccità, alle gelate e alle avversità nei prossimi mesi questa
preoccupazione sembrerà perdere campo, mentre saranno sempre di più le aziende intimorite in tema di incassi e
pagamenti e di reperimento di materiali e prodotti utili all’operatività dell’azienda.
Le aziende si stanno già rimboccando le maniche per cercare di rispondere alla crisi: 4 aziende del mondo agricolo su
5, per rispondere all’aumento dei costi, stanno già adeguando – per quanto possibile – il prezzo di vendita dei propri
prodotti, con questa quota che sale all’86% tra le aziende del mondo bio. Il 46% delle aziende, infatti, teme con
un’alta probabilità (uguale o superiore a 7, in una scala da 1 a 10) un peggioramento della propria solidità
economica.
Rimanendo in tema di prospettive future, l’indagine ha voluto mappare anche la percezione delle aziende agricole
rispetto ai possibili effetti che alcuni obblighi imposti dalla strategia Farm to Fork potranno avere sulla propria
operatività da qui ai prossimi anni, insieme alle probabili strategie da mettere in atto.
Per rispondere alla riduzione al 2030 dell’uso di fertilizzanti chimici – che determinerà per il 48% delle aziende
intervistate una contrazione della produzione – il 65% dei rispondenti impiegherà concimi organici e il 61% dei
sistemi di concimazione naturale.
Soluzioni naturali anche in risposta alla contrazione dell’uso di prodotti fitosanitari – che determinerà per il 52% delle
aziende una riduzione della produzione – quasi un’azienda su 2 adotterebbe sistemi di difesa/diserbo alternativi e il
34% ricorrerebbe a sistemi di produzione biologica.