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La Shopper’s Guide to Pesticides in Produce, pubblicata dall’Environmental Working Group (Ewg), un gruppo di attivisti che basa la sua analisi sugli ultimi dati del Dipartimento Federale dell’Agricoltura (Usda), ha rilevato che quasi il 70% dei prodotti freschi venduti negli Stati Uniti contiene residui di pesticidi chimici potenzialmente dannosi. In particolar modo la merce più inquinata risultava essere l’uvetta passa (il 99% di ogni campione presentava residui di almeno due pesticidi). Al terzo posto, il cavolo nero, la cui popolarità è aumentata negli ultimi anni. Nei test più recenti dell’Usda, il pesticida più frequentemente rilevato sul cavolo era il Dcpa. Pur considerando frutta e verdura componenti fondamentali di una dieta sana, molte colture contengono pesticidi potenzialmente dannosi, anche dopo il lavaggio o sbucciate; più in particolare, oltre il 90% dei campioni di fragole, mele, ciliegie, spinaci, pesche noci e cavoli sono risultati positivi per i residui di due o più pesticidi (fanno parte dei cosiddetti Dirty Dozen). Esistono anche colture trattate con meno prodotti chimici, i Clean Fifteen, di cui ne fanno parte l’avocado e il mais. Il consumo di alimenti biologici riduce l’esposizione ai pesticidi e incrementa i benefici per la salute; ulteriori studi hanno infatti dimostrato che un maggiore consumo di alimenti biologici porta al miglioramento della fertilità e delle gravidanze.
Fonte: Cambia la terra – https://www.cambialaterra.it/2020/04/un-cocktail-di-pesticidi-su-frutta-e-verdure/