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Il cibo che ci nutre è investito da una sempre più crescente attenzione: le persone, soprattutto i millenials, si focalizzano sugli impatti che questo produce a livello ambientale, sulle implicazioni etiche e soprattutto sulle sue qualità nutrizionali. La sostenibilità rappresenta infatti un valore fondamentale per l‘80% dei consumatori, i quali sono in larga parte disposti a cambiare le loro abitudini alimentari pur di minimizzare l’impatto ambientale. Tutto ciò viene dimostrato anche da una ricerca di IBM (Institute for Business Value e National Retail Federation), secondo la quale i consumatori si stanno trasformando da value driven consumer (acquistano in base alla convenienza) a purpose driven (acquistano prodotti in base al proprio stile di vita e alle proprie convinzioni); in particolare il 40% dei consumatori afferma di appartenere a quest’ultima categoria. Tutto ciò è riconducibile all’origine degli alimenti, alle loro qualità nutrizionali, alla presenza o meno di conservanti o additivi e all’impatto ambientale che questi originano. Un’indagine di Mintel evidenzia come il 70% dei consumatori preferisca acquistare cibi freschi e senza conservanti; il 42% degli italiani li sceglie per evitare di trovarsi nel piatto residui di pesticidi o sostanze chimiche. In larga scala, la direzione di questo trend viene confermata anche a livello europeo. Proprio le generazioni più giovani, i Millenials, sono maggiormente consapevoli della relazione cibo-ambiente-salute e, di conseguenza, presentano una maggior disponibilità di spesa nei confronti di certi cibi.
Fonte: Cambia la terra